venerdì 30 maggio 2008

hasta la victoria siempre

http://no.blog.kataweb.it/2008/05/30/no/#more-4

lunedì 19 maggio 2008

seppuku

Mi è piaciuto molto il commento sul seppuku.
Tanto che mi viene voglia di ricominciare a scrivere.
Non capisco perché devo fare anche io harakiri e alla gola per di più e coi piedi legati.

giovedì 13 dicembre 2007

soave sia il vento



godetevela
e basta

venerdì 30 novembre 2007

La creazione organizzata dell'insoddisfazione

Secondo gli studi di sociologi ed economisti fino ai primi anni del '900 i cittadini americani -e a maggior ragione quelli italiani o di ogni altro paese - erano orientati a comportamenti di questo tipo: preferivano lavorare meno, guadagnare meno e avere maggior tempo libero (tempo libero, riposo, interessi personali, svago, tempo per la famiglia) ed inoltre erano motivati più al risparmio che alla spesa, secondo una etica protestante di virtuosi che piuttosto che sprecare risorse, le capitalizzavano in vista del futuro.
Anche la società italiana, per altre motivazioni, era orientata allo stesso tipo di comportamento. Nella società contadina si produceva in famiglia quasi tutto quello che serviva e l'acquisto di nuovi prodotti era in caso eccezionale e da considerare con attenta valutazione.
Nel corso degli anni '20 avvenne la grande trasformazione epocale: la metamorfosi del CONSUMO da vizio a virtù, con conseguenza metamorfosi del comportamento convertito nella ricerca di beni da consumare con la conseguente necessità di lavorare di più.
Tutto questo fu causato da una pianificazione lucida e determinata di economisti e manager dell 'industria che videro come la chiave della prosperità economica fosse la CREAZIONE ORGANIZZATA DELL'INSODDISFAZIONE, per cui lo stesso Galbraith concluse che la MISSIONE DELL'IMPRESA ERA CREARE BISOGNI che i consumatori CREDESSERO NECESSARI SODDISFARE.

(Il capolavoro di questa creazione artificiale di bisogni è, sec. me, ...l'I pod...vendere prodotti che non erano mai esistiti per creare bisogni che la gente non AVEVA MAI SENTITO, appunto)

(cfr Rifkin La fine del lavoro ed Repubblica)
Tutto questo è quotidianamente sotto i nostri occhi e pervade ogni più piccola fibra del sistema lavoro - stile di vita - valori - comportamenti - scelte e così via.

martedì 20 novembre 2007

Vattimo

Era primavera e c'era un convegno - su cosa? , poffare! non me lo ricordo - all'uscita dalla sala, la sera tutti si affollano attorno a lui, Gianni Vattimo, che chiacchiera amabilmente e lancia strali e battute.
Sto discosta un po' dalla folla e attendo, non so cosa.
Dopo il primo quarto d'ora la gente si dirada e il filosofo si avvia con due o tre conoscenti, mi aggrego, mi guarda e mi fa:
"Si va a prendere un aperitivo?"
Sediamo a un tavolino in un caffè, ordina munifico, coktail e stuzzichini, per lui solo acqua minerale.
Chiacchiere e risate, racconta qualcosa su Nietzsche, poi passiamo a Platone, poi racconta di un suo recente viaggio, amabile, leggero.
Passiamo un'oretta in questo modo, poi ci salutiamo come vecchi amici, gli dico "Grazie" per l'allegria e la cultura frizzante come quel calice di champagne che lui, generoso, ha voluto offrirmi.
Ed ora ogni volta che lo vedo in tivu o leggo qualcosa di suo sono pericolosamente a-critica, pronta a sposare ogni sua tesi. Non posso dimenticare la sua amabilità, la sua cultura dissacrante e la comunicativa autentica!

venerdì 26 ottobre 2007

mercoledì 24 ottobre 2007

mente

kaput