venerdì 30 novembre 2007

La creazione organizzata dell'insoddisfazione

Secondo gli studi di sociologi ed economisti fino ai primi anni del '900 i cittadini americani -e a maggior ragione quelli italiani o di ogni altro paese - erano orientati a comportamenti di questo tipo: preferivano lavorare meno, guadagnare meno e avere maggior tempo libero (tempo libero, riposo, interessi personali, svago, tempo per la famiglia) ed inoltre erano motivati più al risparmio che alla spesa, secondo una etica protestante di virtuosi che piuttosto che sprecare risorse, le capitalizzavano in vista del futuro.
Anche la società italiana, per altre motivazioni, era orientata allo stesso tipo di comportamento. Nella società contadina si produceva in famiglia quasi tutto quello che serviva e l'acquisto di nuovi prodotti era in caso eccezionale e da considerare con attenta valutazione.
Nel corso degli anni '20 avvenne la grande trasformazione epocale: la metamorfosi del CONSUMO da vizio a virtù, con conseguenza metamorfosi del comportamento convertito nella ricerca di beni da consumare con la conseguente necessità di lavorare di più.
Tutto questo fu causato da una pianificazione lucida e determinata di economisti e manager dell 'industria che videro come la chiave della prosperità economica fosse la CREAZIONE ORGANIZZATA DELL'INSODDISFAZIONE, per cui lo stesso Galbraith concluse che la MISSIONE DELL'IMPRESA ERA CREARE BISOGNI che i consumatori CREDESSERO NECESSARI SODDISFARE.

(Il capolavoro di questa creazione artificiale di bisogni è, sec. me, ...l'I pod...vendere prodotti che non erano mai esistiti per creare bisogni che la gente non AVEVA MAI SENTITO, appunto)

(cfr Rifkin La fine del lavoro ed Repubblica)
Tutto questo è quotidianamente sotto i nostri occhi e pervade ogni più piccola fibra del sistema lavoro - stile di vita - valori - comportamenti - scelte e così via.

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